18/01/18

Omote

Prendere il fiato, piegarlo, riporlo, lasciare che scorra.

Riconoscere la vertigine kairotica, assorbirsi completamente, fino alla saturazione indescrivibile. Vomitare la vibrazione isterica. Spargere i frammenti residui, come segatura, dove l'eccedenza organica fa una pozza scura e rossa.

Non si arriva al margine senza un qualche tipo di profonda sofferenza. Non parlo per parlare, ma il parlare è infinito, e io parlo al singolare, ora. Ecco le mie parole: sono composte di lettere, e a leggerle l'aria vibra, fra i denti, aria inspirata ai fini della sopravvivenza, emessa ai fini del senso. Questa la vera lezione.

Eccoti lì seduta, e ignori che a poche dozzine di chilometri una bestia muore con un suono orribile. E ignori la vera natura della mente, eppure eccola, pienamente visibile, vorticare di sensazioni inosservate. Eccoti lì, seduta, completamente trasparente all'eternità, assolutamente incomprensibile altrimenti.

Ci facciamo? Anche la chimica è una questione di amore, no? Il vicolo e la camera e la lampada con lo smalto scheggiato e la mensola con sopra i libri, e il portaincenso, e un regalo impulsivo, tenace, sopavvissuto e dozzine di traslochi, mi ricorda che esistevi ed eri più di metà della mia realtà. E ora? E ora sei altrove, e non ti vedo, e l'odore della tua pelle non è più qui a scacciare i demoni.

Ci facciamo? Anche la letteratura è una questione di carne vibratile. E non c'è locuzione, giro di frase, che non ricordi la densità viva. E non c'è ritmo sordo che non vada avanti e indietro, cardiaco, sfinterico. Ecco il giro delle generazioni, ecco il giro dell'entropia autofaga, ecco l'incrociarsi delle serie: ama-fotti-nasci, ingoia-digerisci-caca, e il limite del corpo gonfio in putrefazione, il glorioso crepare dei tessuti che cacano se stessi in ogni direzione, nell'Ultimo Atto Amorevole.

Che cosa ci era successo? Avevamo perso la via. Ma la ritroveremo, no? E in fondo, non è sempre uno strano giro? Julius ha perso due dita, per sottrarsi alla trappola, ma poteva andare peggio. Si fa quello che si può. La coerenza del Sistema è una stupida ossessione paranoide. C'era da accorgersene assai prima. ma non ci serve, non ci serve e non ci è mai servito, un equilibrio prostetico, una nevrosi supponente.

Non ci è mai servito un maestro di buone maniere, una supposta di ottimismo, un rito di purificazione chimica, una seconda opinione, nonostante ogni vostro sforzo di rettifica, non ci sfugge la violenza del buon senso. Ma eravamo impreparati, e ormai anche quello è passato.

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