29/08/18

Fuori dai coglioni, compagna Goldmann.





Cronstadt rifiuta darrendersi. Alle parole seguono immediatamente i fatti. L'incrociatore Petropavlovsk, alla rada del porto, alza la bandiera della rivolta. "Questo è tradimento" tuona la Pravda da Mosca. Apparentemente Lenin non sembra voglia dare molta importanza alla cosa. In realtà, egli si rende perfettamente conto dell'impasse rivoluzionaria, dalla quale non c'è che un mezzo per uscire: andare a Cronstadt con le armi e, se necessario, raderla al suolo. [...]
7 marzo 1921: di fronte alla base sono ammassate ingenti forze: in prima linea quattro divisioni cekiste, armate di tutto punto, sostenute da un battagione speciale di riserva; ai lati, altre unità: guardie di frontiera, la flottiglia navale, gli stessi delegati al X Congresso Panrussi, fucile in spalla e inquadrati, marceranno anche loro. Due anarchici nordamericani, tali Goldmann e Berckmann, si offrono come intermediari: vorrebbero evitare il massacro. Vengono invitati a non immischiarsi nella faccenda: Cronstadt era un affare interno della Russia. Disperato appello di Cronstadt a tutti i rivoluzionari del mondo: "Noi di Cronstadt, in mezzo al rombo dei cannoni e allo scoppio delle granate laciate contro di noi dai nemici del popolo lavoratore, mandiamo un fraterno saluto a voi... vi mandiamo un saluto dalla rossa Cronstadt insorta dal regno della libertà..." E conclude: "Qui, a Cronstadt, è stata messa la pietra angolare della terza rivoluzione, che spezzerà le ultime catene della classe operaia e aprirà una nuova strada verso il socialismo."
[...]  Non è ancora l'alba e già la battagia divampa. Le batterie di Cronstadt tirano all'impazzata. La fortezza è presa d'assalto. Ciò che avviene dentro è senza testimonianze. Nessuno uscirà vivo per raccontare al mondo ciò che fu di Cronstadt.

(Max Polo, storia delle polizie segrete in U.R.S.S.)



La paura che gli uomini credono limitata al dato pericolo, ed è invece il terrore di fronte all'infinità oscura di chi in un dato caso si esperimenti impotente: poiché è portato fuori dalla sua potenza. L'infinito tempo dell'impotenza è qui manifesto a ognuno: gli uomini muoiono di paura, o, se non muoiono, in 5 minuti invecchiano di decenni; e la distruzione della persona è manifesta in ciè che la paura le toglie affatto ogni potenza [...] per cui essa non fa neppur ciò che potrebbe fare - o fa il contrario: per non poter sopportare il pericolo gli uomini si gettano a certa morte, come le galline folli di terrore pel passaggio d'una bicicletta, dal sicuro orlo della via piombano nel mezzo, starnazzano disperatamente davanti alla ruota e si fanno schiacciare.

C. Michelstaedter, La persuasione e la rettorica


Quegli uomini del quotidiano dell'anima che, a sera, non sembrano vincitori sul carro di trionfo ma muli stanchi sui quali la vita ha usato troppo spesso la sua forza. Che cosa ne saprebbero, quegli uomini, di "atmosfere più elevate" se non esistessero strumenti che producono ebbrezza e frustate ideali! E così, come hanno il vino, hanno anche chi li entusiasma. Ma che me ne importa delle loro bevande e delle loro ebbrezze! Che se ne fa l'entusiasta del vino! Guarda semmai alquanto nauseato a mezzi e mediatori che debbono qui generare un effetto senza avere una causa sufficiente, una scimmiottatura dei flutti dell'animo elevato! - Come? Si fa dono alla talpa di ali e idee superbe - prima che vada a dormire, che strisci nella sua caverna

F. Nietzsche, Gaia Scienza.

Nessun commento:

Posta un commento